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Gli Eventi



Quante volte avresti voluto dire di NO ma non ci sei riuscita?

Quante volte hai detto SI contro voglia o per paura? Paura di feriredi litigaredi perdere l'altroper senso del dovereper tener lontano il senso di colpa, per...

 

Ognuna di queste volte hai messo a tacere un pezzettino di te, un tuo bisogno. Ciascuna di queste volte hai rinunciato al tuo diritto di affermartidi dire ed essere chi sei.

 

Se ti sei riconosciuta in queste righe, se hai sentito qualcosa che ti si accendeva, allora questo articolo potrebbe fare per te.

 

È accaduto a tutti ogni tanto di fare qualcosa contro voglia, per senso del dovere, per non scatenare battibecchi faticosi da gestire, o perché “dai, si, per lui/lei è importante”.

 

Quando questa diventa però la tua modalità prevalente, quando senti che dire di no ed esprimere la tua opinione diventa un’impresa, allora, con tutta probabilità la tua assertività sta zoppicando.

 

Magari non ti accade con tutti, forse solo con alcune persone, ma ogni volta che quel NO rimane soffocato nella tua gola o ancora più giù, nella tua pancia, tu stai rinunciando a te stessa, al tuo bene. Ti stai togliendo valore.

 

Facciamo un passo indietro.

 

CHE COS’E’ L’ASSERTIVITA’?

L’assertività è la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza prevaricare né essere prevaricati, rispettandosi e rispettando l’altro.

 

Ne consegue che imparare a comunicare in modo assertivo ti permetterà di esprimere i tuoi bisogni, desideri, emozioni e opinioni senza provare particolare imbarazzo, senso di colpa, o rabbia.

 

COME POSSO IMPARARE?

Innanzitutto è importante che tu diventi consapevole di questa tua difficoltà. 

Inizia ad “annusarla”, prestaci attenzione, conoscila.

 

Per fare questo potresti iniziare a stare attenta a quelle situazioni in cui ti è più difficile dire di no e in quali invece la difficoltà è minore, allo stesso modo cerca di notare chi sono le persone con le quali proprio non riesci e chi invece, quelle con cui ti senti più serena nell’esprimerti.

 

Il passo successivo è riuscire a individuare l’emozione che c’è quando le tue parole rimangono soffocate nella gola. Dalle un nome, dalle un’identità: “Come si chiama quest’emozione? Da dove arriva?”.

 

TUTTO QUI?

No, non è tutto qui.

Ci sono altri passaggi da fare successivamente. Altri interrogativi a cui dare una risposta: “Si ma poi come le tiro fuori le parole?”, “Che parole devo usare?”, “E se l’altro si arrabbia o mi fa sentire in colpa?”.

 

Sono dubbi leciti ma inizia provando a mettere in pratica i primi due passaggi che ti ho suggerito sopra.

La vera chiave del cambiamento è proprio lì, in quelle poche righe.

 

Capire quali sono le situazioni o le persone che ti fanno sentire più in difficoltà, ti permetterà di imparare a conoscere qualcosa in più di te stessa ma soprattutto di questo tuo ostacolo.

Sai cosa si dice, no? Conosci bene i tuoi amici e ancor meglio i tuoi nemici.

Il tuo nemico in questo caso, non è l’altro, ma è la tua difficoltà.

Per fartela amica e cambiare le carte in tavola devi imparare a conoscerla.

 

Si ok, ma le emozioni cosa c’entrano?

C’entrano, eccome se c’entrano!

 

Le emozioni sono ovunque, sono sempre presenti, tanto più in una relazione e in una comunicazione.

Sono potenti perché guidano il tuo comportamento, solo che spesso non te ne accorgi, oppure te ne accorgi ma cerchi di metterle a tacere, loro però sono più intelligenti dei tuoi pensieri e il modo di farsi sentire lo trovano comunque, semplicemente scegliendo una strada alternativa.


Saltare questo passaggio comporta il rischio di lasciarsi sopraffare dall’emozione che ti arriva come uno tsunami e ti pervade.

 

Imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni invece, significa divenire protagonista dei propri comportamenti, vuol dire concedersi l’opportunità di scegliere, equivale a porre le basi per gli step successivi.

 

Cosa più importante, rappresenta il terreno fertile in cui far crescere e sviluppare la tua assertività, la tua autostima, l’amore per te stessa.

 

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